Storia e Cultura

Il Patriziato ha avuto origine dalle Vicinìe, prima forma di organizzazione delle comunità rurali, nate nel Medioevo e rimaste intatte fino alla nascita del Cantone Ticino (1803). Con l’entrata del Cantone nella Confederazione vennero istituiti i Comuni, ai quali furono affidati essenzialmente compiti di natura amministrativa e la gestione dei servizi. Dagli antichi organismi per la gestione delle proprietà comunitarie (boschi, alpi, pascoli,…) derivarono invece i Patriziati.

Il Comune e il Patriziato di Biasca, nati come Vicinìa, mantennero un’unica amministrazione (che comprendeva e comprende tuttora Loderio e Pontirone) fin dopo il 1880. Ma già il 14 marzo 1847 veniva approvato un regolamento per la suddivisione degli alpi. Negli anni 70’-80’ avvenne la definitiva separazione dei poteri e dei compiti di gestione.

La principale differenza rispetto al Comune è nella composizione della “cittadinanza”; mentre nel Comune hanno diritto di voto e di eleggibilità tutti cittadini svizzeri domiciliati nel suo comprensorio, nel Patriziato tali diritti appartengono, di regola, solo ai discendenti delle famiglie patrizie, anche se domiciliati altrove, purché iscritti all’albo dei patrizi. Attualmente iscritti all'albo dei patrizi di Biasca 1672 cittadini patrizi.

È ora possibile per i cittadini svizzeri residenti nel comune da almeno 10 anni richiedere la cittadinanza patrizia che deve essere votata dal Consiglio patriziale in presenza di requisiti ben definiti (art. 43 Legge Organica Patriziale), ma soprattutto la richiesta deve essere motivata e sorretta da un reale e dimostrato attaccamento al territorio. Nell’ultimo decennio il Consiglio patriziale di Biasca ha esaminato e concesso una decina di richieste.

L’istituzione patriziale continua a esercitare un ruolo importante nel contesto della vita civile del Ticino. Certo essa ha conosciuto alti e bassi, ed è necessario ricordare che alcuni decenni fa non erano poche le voci che persino ritenevano terminato il suo compito, che si immaginava dovesse essere assunto per intero dai Comuni (come in effetti è accaduto qua e là). Fortunatamente quella tendenza negativa si è poi arrestata, perché non c’è dubbio che avrebbe privato il Paese di una delle sue ricchezze culturali e identitarie, frutto nel tempo di scelte politiche, sociali e economiche lungimiranti.

Importante e insostituibile è il contributo attivo e concreto che i Patriziati sanno offrire in ambiti strategici quali la promozione di un turismo di qualità, la salvaguardia e la gestione del patrimonio naturalistico e paesaggistico, il sostegno all’attività agricola montana, la valorizzazione della ricchezza culturale e delle tradizioni etnografiche. Anche in campo economico i Patriziati rivestono di conseguenza un’importanza considerevole.

L’ordinamento istituzionale del cantone Ticino assegna ai Patriziati il ruolo di corporazione di diritto pubblico proprietaria di beni immobili d’uso comune da conservare e utilizzare a favore della comunità. In particolare i patriziati sono proprietari del 75% dei circa 140'000 ettari di bosco in Ticino. Unica tassa patriziale è la tassa fuocatico(a Biasca ogni fuoco, economia domestica patrizia, paga CHF 20.00 all'anno) sempre più simbolica e ininfluente per le finanze e quindi la gestione deve essere garantita e finanziata attraverso il reddito della sostanza. Per il Patriziato di Biasca l’accumulo di un discreto capitale è stato possibile quale conseguenza di importanti alienazioni di beni immobiliari (terreni sul fondovalle per autostrada e ferrovia).

Il nostro Ente è da considerare un'entità privilegiata in quanto dispone di terreni pregiati al piano ma deve anche rispondere alle esigenze di un territorio molto vasto e importante che si estende su poco più di 5'000 ettari, dei quali circa 2'850 di bosco. Le spese di gestione legate al territorio sono ricorrenti e diversificate passando dalla cura del bosco alla manutenzione dei sentieri, alla salvaguardia del nostro patrimonio storico e culturale, agli interventi che possano garantire la sicurezza ambientale, senza dimenticare la funzione sociale che da sempre il Patriziato è chiamato a garantire.

Negli ultimi 10 anni il Patriziato di Biasca ha investito, creando opportunità di lavoro soprattutto per le ditte della Regione, quasi 15 mio nell’immobiliare, più di 5 mio in strade e sentieri agricoli, forestali e turistici, 1 mio per acquedotti di montagna, 1,5 mio per infrastrutture agricole e cascine ai monti, più di 3 mio per interventi fitosanitari e di tagli nel bosco, ha sostenuto molte iniziative e progetti culturali del paese oltre che garantire la gestione e la salvaguardia di tutto il suo territorio.

Inoltre nel rispetto del suo compito istituzionale, sociale e morale nei confronti della comunità e sempre attento a salvaguardare il nostro patrimonio storico e culturale, ha deciso di proporre una ristampa dell'opera "Biasca e Pontirone", edito nel 1975, che per molti cittadini biaschesi, patrizi e non, ha un grande valore affettivo.

Il libro non è soltanto "ol bácedari dra Caterina" ma assurge a enciclopedia della cultura e della storia biaschese e pontironese in tutte le sue sfaccettature che vanno dall’architettura all’economia, dall’alimentazione alla medicina popolare, dalle credenze popolari agli aspetti culturali, religiosi e giuridici, toccando argomenti sempre molto delicati con rispetto e grande oggettività.